domenica 9 ottobre 2011

La mano dell'ortolana: giradito, vesciche e pelle secca…


Molto spesso, facendo lavori manuali, le dita delle mani e anche quelle dei piedi, se ne stanno compresse nel sudore di guanti e calzini, o stivali di gomma; sovente a contatto con terra e connessi. Insomma, certo non si tratta di cure di bellezza.





 Credo sia per questo che soffro di tanto in tanto di lievi giradito, detti anche paterecci; a volte mi si formano vesciche su piedi o mani, e la pelle delle mani tende spesso a screpolarsi.
(Premetto, come sempre, che non voglio indurre alcun lettore ad evitare il medico)

Cosa molto fastidiosa. Per affrontarla, mi sono dunque munita di ogni consiglio potessi trovare tra i rimedi casalinghi, vista la mia (e sottolineo mia) nota avversione per pomate antibiotiche, cerotti dalle presunte virtù miracolose, creme puzzolone o roba simile.
Alla fine, ho trovato quello che fa per me. Con un unico trattamento mi sistemo manine e piedini!

Si tratta prima di tutto di prendersi una ventina di minuti di pausa serale concedendosi un bel mani/pediluvio a base di acqua e sale marino integrale in una percentuale piuttosto alta. Per i piedi si può usare una qualsiasi bacinella a misura e per le mani può andare anche una piccola insalatiera. Non è necessario, ovviamente, immergere contemporaneamente le quattro estremità, ma solo quelle interessate dal problema. Finito questo, asciugare (rispettivamente mani o piedi).
Preparare una pastella a base di acqua e argilla. Io uso quella verde, ma suppongo vadano bene anche altri tipi.
Che sia smectite, illite o caolino, l'importante è che sia argilla pura, e possibilmente provenga da un luogo quanto più vicino a dove si vive.
Si passa a spalmare il tutto su dita e unghie interessate dal patereccio o dalla vescica. Lasciare seccare con tutta tranquillità. Io a volte la lascio anche tutta la notte.
Con questi due passaggi, sia il giradito che la vescica tenderanno ad asciugare. Ovviamente non sempre dopo la prima applicazione. Infatti il primo è un'infezione, e a volte ci mette un po' di più a guarire. 
Infatti, per affrontare quei giradito più ostinati, io mi armo del caro vecchio amico aglio.




Ne faccio una pasta schiacciandolo nel mortaio, quindi lo metto sulla parte interessata, e per finire impacchetto il povero dito con una folia di cavolo precedentemente scaldata con una passata di ferro da stiro bollente. Per fermare il tutto, uso un gommino da ortaggi, tenuto però abbastanza lente, in modo che non blocchi la circolazione. La medicazione, ha potere antibiotico grazie all'aglio, e sfiammante grazie al potentissimo cavolo.




Nel caso si deve ripetere per qualche sera (se supera la settimana nonostante tutto, andare dal medico).  La vescica invece passa più velocemente. E' sufficiente l'impacco con l'argilla e si asciuga tutto in batti-baleno.
Dopo questo, non rimane che ammorbidire un po'.  Prima di dormire, infatti, un bel massaggio idratante fa sempre bene alle mani screpolate dell'ortolana in erba. Io uso un olietto così composto:
Olio d'oliva (due terzi), olio di ricino (un terzo) e qualche goccia di Olio Essenziale di limone (io metto tre gocce per circa trenta ml). Il tutto shakerato in una bottiglietta di vetro scuro. Mi raccomando, come sempre, prima di applicare un olio sulla pelle, inumidire sempre la parte, oppure miscelare con del gel d'aloe.

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

 Lo so, uomo d'affari, imprenditore, stramiliardario, non fanno rima con eco-equo e via discorrendo. Non ho intenzione di celebrarlo con questo post. Ma il mondo dell'informatica e affini, sarebbero sicuramente differenti senza il suo "genio creativo". Non so se il mondo sia migliore grazie a lui, ma sicuramente è diverso.  Ferme restando dunque le rimostranze sull'azienda e sulla controversa figura dell'imprenditore,  saluto l'uomo curioso, quello del "stay hungry, stay foolish", che oggi se ne è andato.





lunedì 3 ottobre 2011

Balsamo al Limone







Io non ho i capelli grassi, e neppure li ho secchi. "Interessante", direte voi. In realtà, lo è a causa del motivo. Infatti, non è perché sia particolarmente fortunata, ma semmai perché seguo una routine per ciò che concerne trucco e parrucco, priva financo di tensioattivi, sostanze da confezionamento varie, siliconi, parabeni e "orrendezze" di sorta. Quindi la chioma se la gode, tra polveri varie, farine e argille, piantine e verdurazze.
Tuttavia ho voglia di cambiare un po', così ho deciso di farmi qualcosina dalla consistenza più "commerciale".
Mi diletterò nella produzione di un balsamo al limone che ho scovato in rete qualche tempo fa, poi ho stampato e poi ho scordato. Questa mattina pulendo per bene scrittoio ed annessi, ecco sbucare il foglietto stampato su carta rigorosamente riciclata viviverde.
Purtroppo, il vero autore mi è sconosciuto. Se qualcuno di voi lo sa, mi faccia sapere, affinché possa aggiornare il post con i dovuti ringraziamenti, nonché link e attribuzioni del caso.
Per ora posso solo dire "Grazie autore misterioso per questo profumatissimo  balsamo al limone!"

Dunque, gli ingredienti sono:
due limoni, 200 ml di acqua, un cucchiaino di olio di cocco.

Si spremono bene i limoni, poi si fanno a pezzetti le bucce (motivo per cui bisognerebbe usare SOLO limoni completamente bio). Si mettono a bollire i 200 ml di acqua che poi si versano sulle bucce tagliuzzate facendo riposare per una mezz'ora in un contenitore coperto. Infine si mette il succo precedentemente spremuto, le bucce con la loro acqua di macerazione e il cucchiaino di olio di cocco nel frullatore, e daje de frullata.
Filtrare il tutto con una garza o simile, facendo attenzione a strizzare bene.
Si può conservare qualche mese nel freezer sotto forma di cubetti, colandolo subito in un contenitore per il ghiaccio.

Che ne dite? Il profumo è ottimo, gli ingredienti sani, male che vada mi profumeranno i capelli di buono, no?

venerdì 30 settembre 2011

escherichia o ISTERIAchia coli...?

Non trovate che tutta questa pubblicità al batterio Escherichia coli - che in realtà esiste dalla notte dei tempi, e quando non ci sono condizione igieniche adeguate (che niente hanno a vedere con pesticidi o simili) può diventare pericoloso, esattamente quanto il botulino se non si confezionano adeguatamente i sottovuoto -  sia insolitamente scoppiata quando i pesticidi perdono terreno e l'agricoltura biologica prende sempre più piede?
Non vi pare quantomeno sospetto ???

Mi riferisco al nuovo allarme scoppiato negli Stati Uniti, di cui ho letto un trafiletto su di un quotidiano un paio di giorni fa'. Guarda caso si punta sempre il dito sulle produzioni locali, su quegli agricoltori che tentano di produrre cibo sano, non ogm (geneticamente modificato), ottenuto attraverso sistemi di produzione biologici, organici o meglio ancora biodinamici. Quelli, insomma, che non si legano per la vita a multinazionali come ad esempio la Monsanto, subendo l'inevitabile ricatto di un legame sempiterno, nutrito a base di terreno rovinato e filiera chimicodipendente.
Pensate ai nostri territori, dove è bastato tornare ai vecchi e sani sistemi come l'alternanza delle colture per ridurre l'apocalittica moria delle api che ci colpì qualche anno fa. Adesso si vuole revocare la sospensione dell'uso dei pesticidi allora incriminati ( i neonicotinoidi con cui si conciavano i semi) e riprendere improduttive e pericolose monocolture….Come si può essere tanto stupidi??

Pare si voglia indurre la percezione distorta che senza pesticidi e super semi e monocolture si rischia grosso, addirittura la vita.

Bene, la verità, OGGETTIVA ED INDISCUTIBILE, è esattamente speculare.

Le monocolture distruggono i terreni e fortificano i parassiti nocivi. I "supersemi" distruggono la biodiversità imponendosi sopra gli altri con conseguenze enormi sulle nostre vite, impedendoci di accedere a tutti quei nutrienti "buoni" che i vari e diversi alimenti naturalmente ci fornirebbero (ma tanto ci possiamo imbottire di medicine, magari prodotte dalle stesse multinazionali, no?).
L'uso dei pesticidi, sia diretto che indiretto, ha conseguenze incalcolabilmente dannose, sia per noi, che per la vita in generale con la quale si vengono trovare in contatto.

Negli ultimi tre anni, infatti, grazie alle disposizioni prese per tamponare la  moria di api di cui sopra, abbiamo avuto la riprova di questo. Con il ritorno alla rotazione delle colture, non si è assistito ad un'apocalisse di insetti e virus come paventato dall'industria. Anzi, un "anzi" grosso come una casa.


Questi sono fatti. Punto. E se un Armageddon dovrà esserci, davvero vogliamo crederlo vestito da Escherichia coli?

Scusate lo sfogo.

giovedì 29 settembre 2011

Gli attrezzi dell'orto. Parte seconda:

GLI ATTREZZI NECESSARI




 La Vanga
 Che dire, io ne ho un paio, visto che una come saprete si è letteralmente consumata. Le mie sono a forma di scudo, ma ce ne sono di differenti, in base al terreno, quindi vi conviene acquistarne una che sia "di zona" chiedendo ovviamente al rivenditore o confrontandovi con i vicini di orto.



La Zappa
 Che poesia. La zappa. Già ti immagino l'uomo chino sulla terra. Più che poesia, che fatica! Eh già, ma vale la pena sottolineare che una sola mica basta! Infatti insieme alla grande zappano, bisognarà tenere anche due più piccole e leggere, una a punta per i solchi, una piatta per i "lavoretti alla svelta"



Il Forcone
 Si usa per punzecchiare il di dietro degli sventurati…eh eh. Altro attrezzo bellissimo, serve a far respirar la terra, spezzettarne le zolle, oltre, ovviamente, a spostare il necessario. Mi raccomando, le quattro dita devono essere di acciaio temprato.


Il Rastrello
 Per noi è utile quello piccolino, tozzo e con le dita piccoline e corte, perché si deve usarlo per pareggiare e poco altro.



Il Trapiantatoio
 Eccoci qua, secchiello e paletta! ops, secchiello e trapiantatoio. Si, quello là, avete capito bene! Dovremmo già averlo anche se facciamo giardinaggio. Il manico deve essere confortevole e la lama spessa.



La Carriola
 Indispensabile per spostare di tutto. Foglie, letame, compost , scarti vari, e via discorrendo… Basta avere un giardino da "mantenere" per sapere quanto serva. Io ne ho una vecchissima in ferro. Vagamente azzurra. E' storica e solidissima. In giro ne ho viste anche di materiale plastico, ma non posso dare un giudizio, a parte buttare lì un'idea a qualche azienda produttrice: e se ne commercializzaste una in materiale completamente riciclato? La ECOrriola….(Il copyright ovviamente è MIO!!!)



Le Forbici
 Sarebbe meglio averne un paio comodo sulle mani, con lame robuste, e uno con lame più lunghe e sottili per i lavori "di fino" e le ripuliture.



A tutto questo, aggiungiamo un buon cappello di paglia a tesa media,  dei guanti agili ma robusti, degli stivali di gomma. Quando si passano ore lavorando sotto il sole con le mani sempre ad afferrare ed i piedi nella terra, sono cose che aiutano.




sabato 24 settembre 2011

Gli attrezzi dell'orto




L'altro giorno ho notato quanto si fosse accorciata la lama della mia vanga. 
L'ho avuta in eredità da mio nonno, così come molte delle cose che so sulla materia, e gran parte della passione che ci metto.
Gli attrezzi sono molto importanti. Un "corredo" sbagliato, può infatti pregiudicare il risultato del lavoro, e quando questo richiede molta fatica e dedizione, vien da sé che sia fondamentale sceglierlo con cura.
Svuotereste mai un lago con un cucchiaio?

Per sceglierli come si deve, bisogna considerare come si intende usarli, la nostra struttura fisica, e perché no, anche la nostra forma mentale.
Infatti, se si è pratici e sicuri di sé, potranno bastare gli indispensabili. Se, al contrario, si è più meticolosi, magari un po' insicuri e meno esperti, allora sarà opportuno arricchire ulteriormente il proprio parco attrezzi per far fronte più facilmente alle fatiche e agli inconvenienti.
Riguardo alla struttura fisica, sarà d'obbligo "indossare" gli strumenti prima di acquistarli, proprio come quando si provano le scarpe. La lunghezza delle braccia, o del busto, infatti, cambiano completamente le esigenze rispetto ad un manico, così come la forma delle mani e la loro grandezza, ci indicano quale impugnatura sia più opportuna per le forbici, e via discorrendo.
Un'altra cosa importante è preoccuparsi che i manici siano di un legno "buono", come diceva mio nonno. Ovvero, per evitare fastidiose vesciche (che dovendo continuare a lavorare diventano a volte insopportabili) bisogna acquistare manici in frassino o faggio. Anche a discapito della leggerezza, care ragazze mie, le vostre dita vi ringrazieranno!
Fondamentale, infine, accertarsi che l'attrezzo sia in ferro forgiato e pesante. La latta è carina e leggera, ma si piega al primo colpo….




Ricordate, qualche soldino in più investito in qualità, vi farà risparmiare fatica, sudore, arrabbiature, e sapesse ulteriori in futuro! (omammamia...sembro marta stewart!)

Insomma, io ho bisogno di una vanga nuova da applicare al mio vecchio manico di frassino. Mi faccio un giro di shopping….

martedì 9 agosto 2011

Le magiche polveri lavanti INTRO

Parliamo di polveri lavanti.
In rete, tra chi si interessa di cosmesi eco-bio e prodotti naturali per la cura del corpo, c'è stato un gran tam-tam a riguardo. Un tema di tendenza.
Argille, farine, esotici estratti di frutti dal nome strano. Beh, da buona agricoltrice vegan-eco-geek, potrei mai rimanere indietro?
Inutile stare a stilare una lista chilometrica con spiegazioni asettico/accurate stile copia&incolla da wikipedia. Credo che altri abbiano già fatto la fatica, e probabilmente sarete informatissimi.
Quello che invece mi accingo a fare, è raccontarvi la mia personale (e ormai piuttosto lunga) esperienza. Così potrò darvi consigli spassionati e sinceri, evitare ruffianerie di sorta, e magari essere utile (NDR).

Sono circa tre anni che evito di usare shampoo e sapone per lavarmi. No, non sono una della tribù dei piedi neri e i capelli appiccicati. Neppure una fanatica. Soltanto, ho vissuto per un paio di anni con una persona che aveva problemi di reazione ai prodotti cosmetici. Senza andare nel tecnico o violare la privacy del succitato, vi dico solo che, in sostanza, usando prodotti aggressivi, la pelle del poveretto si squamava e si arrossava, a volte, finendo pure per gonfiare. Tanto per stare tranquilli, pensammo bene di eliminare il problema alla radice, ed oltre ad evitare prodotti con sostanze pericolose, ci siamo decisi a rendere ancora meno aggressiva la routine di pulizia quotidiana. Informandomi sull'argomento, ho così realizzato, che a parte escludere sostanze dannose (contenute in gran parte dei prodotti cosmetici di grande distribuzione), si poteva evitare allegramente di stressare la nostra preziosa pelle, andando oltre. Io mi sono trovata così bene, che continuo da allora, anche per conto mio.


 Qualcuno dice siano deboli con il grasso. Io trovo di no. Certo, c'è polvere e polvere, ed ogni pelle (o capello) richiede la sua. Per il corpo io uso una miscela di farina di grano saraceno, farina d'avena e farina di riso. La tengo in un barattolo di vetro ben chiuso, affinché l'umidità non la raggiunga. Prima della doccia ne metto un cucchiaio in una ciotola piccola piccola di vetro che dedico esclusivamente a miscelar farine o argille, e con un poco di acqua calda faccio una pappina morbida. Me la passo sul corpo come si fa abitualmente per lavarsi. Tra l'altro "scrubba" senza essere aggressiva! C'e chi le usa assieme ad oli leggeri, sfruttando la proprietà dei grassi di legarsi ad altri grassi (sebo, sporco…), ma io sono troppo pigra! Come potete vedere non è una gran fatica.
Per i capelli la situazione si fa più complessa. Questi infatti richiedono più tempo, perché il lavaggio con le polveri è una sorta di impacco, quindi un po' di pazienza ci vuole. E' comunque tempo ben speso, perché i risultati sono eccellenti (almeno nel mio caso). La farina di ceci è stata la mia prima prova. Per lavare lava, l'odore dopo un po' se ne va, il risultato è buono, e quando si è a corto di altro, va benissimo, ma io sono un'affezionata del famoso Ghassoul, e lo uso da solo o mischiato in un sacco di modi, a seconda delle esigenze. In effetti non è un cereale, bensì un'argilla lavica, e questo cambia un po' le cose in termini di modalità di pulìzia. Il prodotto migliore che però ho trovato in tremi di efficacia condizionante è senza dubbio il mix di amla e shikakai. Il Ghassoul, è eccezionale per pulire, ed è buonissimo anche per viso e corpo ( lasciato in posa pochissimo! ). Le erbe amla e shikakai, invece, sono formidabili nel dare ai capelli morbidezza, lucentezza e pettinabilità, ma più faticose da usare….


http://www.gnamgnam.it/2010/05/19/biscotti-con-farina-di-ceci.htm


Ora bisogna proprio che vada, non ho ancora finito di sistemare valigie&co., ma riprenderò al più presto l'argomento…
Probabilmente non vi sto raccontano niente di nuovo, ma se vi intessano approfondimenti e ricettine, fatemi sapere!

Back in Town





sabato 9 luglio 2011

Coco è caduto: suicidio o tragico incidente?

Probabilmente il fatto di aver lasciato andare la pianta dell'anguria un po' "a istinto", come spiegato in un paio di post fa, ha causato questo: 








Questo cosa? Bè, come potete vedere, il piccolo Coco non è più attaccato alla sua pianta, ma in un cestino, nella mia cucina. Si capisce che non è cresciuto un granché dalla vicinanza con i miei limoni, il pomodorone e via dicendo (tutto rigorosamente e fieramente dal mio orto!).
E' un cocomero nano, quindi non mi aspettavo un dirigibile, ma così, mi pare un po' pochino.... 
Tra l'altro, non so se mngiarlo o guardarlo... Bussando sulla buccia, il suono parrebbe quasi accettabile...Autosuggestione? Come vi accennavo, si è staccato anzi tempo dal suo tralcio, che è seccato. Suggerimenti? Consigli? Insulti? Quello che volete, ma se avete una qualche opinione sull'argomento, esprimetevi! 

Speriamo nel fratello del tralcio accanto, che ancora resiste...

mercoledì 6 luglio 2011

Aglio mon amour

Sull'Aglio, si potrebbe scrivere un libro. Chissà, forse un giorno lo farò. Sarebbe un libro molto lungo, ma anche molto utile. Nel frattempo, beccatevi i miei agli rosa che prendono il sole... 



Aglio1 Aglio1 

Coco, l'Anguria Aliena

Per la prima volta, quest'anno, ho provato a coltivare l'anguria (o cocomero). Discutendo su come e perché vari con l'amico M. dell'agraria, alla fine mi sono decisa per quelli piccoli. 
- In realtà dovrei scrivere al passato remoto, più che prossimo, visto che li ho piantati qualche tempo fa...- 
Ho messo le piantine a dimora in primavera, visto che pareva un anno piuttosto caldo. Avevo letto che non hanno particolari problemi coi parassiti, quindi mi son decisa a tentare. 
Per la raccolta è ancora presto. Infatti, indicativamente, il viticcio del peduncolo dev'essere quasi secco. Poi, si deve picchiettare sul frutto per decidere se è pronto o no...Insomma, l'esperienza è fondamentale, e io non ce l'ho ancora...Speriamo bene! 
Tra l'altro, so che si devono cimare i tralci primari dopo la quarta foglia, per stimolare la crescita di quelli laterali, ma io, confesso, non l'ho fatto. E le anguriette per ora sono solo due....Come potete vedere dalla foto, ho lasciato la pianta "selvaggia"...merito del terreno se è venuto fuori qualcosa, più che delle cure della contadina infingarda... Vi faccio vedere il piccolo: 



Quella mano aliena è funzionale a chiarire le dimensioni, nel caso ve lo chiedeste.


Vi confesso che ero scettica sul risultato. Considerato che vedo crescere ortaggi e piante varie nel mio orto quasi fosse una magia, e ad ogni nuovo raccolto sono emozionata ed incredula nonostante il sudore versato, quando si tratta di frutti così grossi, la sorpresa cresce esponenzialmente... Che ne pensate? Riguardo alle proprietà nutritive o cosmetiche, non ne so molto; a parte il fatto (ovvio) che sia un frutto rinfrescante e zuccherino, non saprei cos'altro aggiungere. Nessun rimedio da suggerirvi. In casa mia, si mangia e si mettono le bucce nella compostiera! E voi? Suggerimenti?


lunedì 4 luglio 2011

Non c'è molto da dire sullo zucchino. Bugia. Lo zucchino è pianta multi-potenziale...Un jolly, considerato che cotto, il sapore è poco forte e si adatta ad accompagnare un sacco di cose, e ad un sacco di cose essere mescolato. Cotto al sole acquista invece un sapore tutto particolare, che si può decidere di portarsi dientro anche d'inverno, congelandolo.
Sono circa venti giorni che ne mangio, quasi ininterrottamente. Ho quindi pensato di postarvi qualche ricetta, e mi son messa di buona lena a buttarne giù qualcuna per iscritto. Ohioi.. (si scrive così??).
Morale della favola, non finivo più...Allora, tanto per farmi viva, nel frattempo vi faccio vedere quanto sono brava a coltivarli, questi benedetti zucchini.

capolavoro della paola!
 
   ...Trovate che il mio ego stia esondando?

giovedì 30 giugno 2011

Super Cavolo Tuttofare

Sono lieta di presentare il super cavolo del mio orto. Si perdoni l'euforia, ma quando le mie verdure crescono, mi esplode il cuore dalla gioia e perché no, dall'orgoglio. Non resisto alla tentazione di mostrarle a tutti. Ecco qua il signor cavolo, re della tavola, e della cicatrizzazione gastrica!
Come sapete, ce ne sono di diverse varietà.  Questo è cavolo verza. E' una pianta rustica, e vi posso assicurare che è molto facile da coltivare. L'ho piantato agli inizi di maggio. Ovviamente mi riferisco a piantine di circa venti centimetri. Dopo il trapianto, le ho innaffiate con cura fino all'attecchimento. Poi le ho "rincalzate" (ovvero ho zappettato intorno alla fila aumentando la quantità di terra sotto ad ogni pianta, ndr). Dovrebbe essere la varietà estivo-autunnale.

SuperVerzadellaPaola!!



Non vedo l'ora di mangiarmelo! (Come vedete non è ancora pronto, bisogna aspettare che le capocchie crescano))
A questo proposito, consiglio numero uno:
    •    Tutte le varietà di cavolo, che spesso vengono consumate cotte - bollite, a vapore, spadellate- emanano un odore non proprio gradevole durante la preparazione. Mia nonna metteva nell'acqua di cottura un po' di prezzemolo, e così faceva mia madre, e anch'io. La magica erbetta risolve il problema puzza-puzza. Se non si ha in casa, ho letto da qualche parte che anche il un pezzo di pane, aggiunto sempre all'acqua di cottura, è utile allo scopo, ma questo non l'ho ancora sperimentato.
Consiglio numero due:
    •    Io, questa specifica varietà, me la mangio con la pasta! Qualsiasi tipo va bene, ma io lo gradisco con le penne rigate, possibilmente integrali (ma anche quelle di mais si adattano bene). Allora, innanzi tutto portare ad ebollizione l'acqua per cuocere la pasta, che in genere impiega una decina di minuti circa. Al momento di buttarla (circa un etto a testa) e salare l'acqua, mettere al fuoco una padella grande a sufficienza da raccogliere successivamente anche la pasta da saltare. Io uso lo wok (O il wok??). A questo punto mettere un filo d'olio e un paio di spicchi d'aglio.(se non vi piace trovarvelo nel piatto , mettetelo vestito, così da toglierlo poi più facilmente) e buttate le foglie di verza precedentemente lavate (è una verdura che si pulisce molto in fretta). Aggiungete spezie a piacere. Io metto una punta di peperoncino e due cucchiai da te di curry dolce. Lasciate appassire finché la pasta non è al dente. Scolatela e buttatela in padella. Saltate il tutto per uno o due minuti dopo aver aggiunto un goccio di brandy, lasciandolo evaporare ( se non l'avete va bene anche il vino bianco…non è la stessa cosa, ma va bè…).
Fine! E' gustoso e sano. Se non lo gradite croccante, basta mettere a rosolare in  padella qualche minuto prima.

E ora, vero e proprio rimedio della nonna. A me l'ha detto la zia, ma fa lo stesso…
    •    Le foglie di cavolo (un tipo qualsiasi, non importa sia verza) possono essere usate come impacco su piaghe, scorticature o simili. Basta bollirle nel latte, poi (facendo attenzione a non ustionarsi) poggiarle sulla parte dolorante. Se il latte non si ha (tipo me…) o non si vuole usare, allora si scaldano semplicemente (magari col ferro da stiro, come lessi qualche anno fa…). D'altronde, anche ingerito aiuta la cicatrizzazione delle ulcere.
Infine:
    •    Se avete emicranie ( e siete da già stati dal vostro medico o naturopata di fiducia!), potete provare a fare cataplasmi di foglie sulla fronte e sulle tempie!

cos'è un cataplasma? Un impiastro, in questo caso solo la foglia scaldata, da applicare topicamente, ovvero dove c'è il problema...


mercoledì 29 giugno 2011

Riguardo i fatti del 27 giugno

Anche se rispetto al blog appare fuori tema, credo opportuno aggiungere un link utile ad appofondire, visto che dai tg non si è sentito molto...


tratto dal sito sottoindicato

martedì 28 giugno 2011

LA CALENDULA


Che bella. La calendula è una pianta che io trovo bellissima. I suoi fiori sono arancioni o gialli. I colori del sole intenso dell'estate, periodo in cui fiorisce, e si può raccogliere. E' alta, può arrivare fino ad un metro, e le sue foglie hanno forma allungata. Un margheritone gigante color dell'oro.  Siamo fortunati, perché cresce in tutta la fascia mediterranea. E non fa la preziosa; a volte, infatti, la si può scovare anche negli erbosi prati alpini. 


foto presa da:



Non ci si può sbagliare quando la si trova. Il suo odore forte e acre è inconfondibile.
Secondo la tradizione, la calendula è una pianta molto potente e dai più svariati utilizzi. Alcuni di essi sono confermati dalla scienza, altri ancora no. Sicuramente contiene molti caroteni e flavonoidi, preziosi per la nostra pelle e non solo.
La sue essenza, l'olio ottenuto dalla sua macerazione, e via discorrendo, sono usati da tempo immemore per un gran numero di scopi. Mia nonna la usava lenitivo in caso di eczema ed emorroidi (ma questo lo faceva lei, che non era medico, dal quale vi consiglio di andare se avete problemi seri!) .  Scientificamente comprovata, la funzione antinfiammatoria (grazie Flavonoidi grazie!), utile per la pelle nel caso di acne, punti neri, o ferite. Ancora parlando di uso esterno, è preziosa per la pelle secca, con capillari fragili e cicatrici. 
Gli estratti secchi o idroalcolici, possono essere usati rispettivamente come integratori di vitamina A, oppure collutori, lozioni, etc.
In concreto, se la si trova in zone non troppo inquinate da gas di scarico o simili, la si può raccogliere. Se ne utilizzano le foglie e i fiori. Le ricette CULT sono senza dubbio l'olio di calendula per pelli secche (e non!), un must assoluto,  e l'olio di calendula per le ferite o i brufolazzi, altro utile "attrezzo" da tenere nella propria cassetta rossa. Naturalmente vi posterò le ricette!

domenica 26 giugno 2011

La Camomilla

Il 24 giugno mia nonna mi accompagnava a raccogliere camomilla.
Così, l'altro giorno pomeriggio siamo andati "a caccia".
Senza essere troppo fiscali, giorno più, giorno meno, questo è il periodo giusto per raccoglierla.  Anche se non siete esperti raccoglitori potrete cimentarvi.



Perfetta per cominciare, visto che anche i meno esperti non faticheranno a riconoscerla. E se pure i gialli capolini, ornati da piccoli petali bianchi, dovessero non convincere, basterà un'annusata. Infatti il fiore profuma, indovinate un po', di camomilla fumante!
Pianta erbacea annuale, cresce spontaneamente nei terreni incolti, in luoghi assolati e asciutti. La si può trovare nei prati incolti, o perché no,in qualsiasi giardino, basta darle il tempo di crescere. Il fusto è eretto, e può raggiungere i 50-60 centimetri. I fiori, come sapete, sono molto simili alle margherite. Uscite dalla città e datevi un'occhiata intorno, ne troverete a bizzeffe!
Una volta raccolta, può essere seccata (al sole) e riposta in un contenitore ( meglio in ceramica o vetro scuro, con coperchio in stoffa per aerare). Dura un anno.
Cosa farne? Bè, a parte una bella tisana  antinfiammatoria, si possono fare sciacqui e gargarismi per gola o bocca infiammate oppure, ovviamente, preparare una lozione schiarente (Poi vi posterò le RICETTE).
In realtà la funzione calmante-sedativa per cui la camomilla è famosa, è molto blanda. Questa meravigliosa pianta invece, ha la meno nota peculiarità di prevenire le infezioni stimolando la produzione di globuli bianchi nell'organismo. In sostanza, dunque, è ottima quando il nostro sistema immunitario è indebolito, per esempio a seguito di una malattia. Bastano tre cucchiaini in una tazza da tè. La possono bere anche i bambini, in dosi ridotte. Esternamente la si può usare come antinfiammatorio per la pelle anemica o per accelerare la guarigione delle ferite, per dare sollievo alla pelle e agli occhi stanchi in generale (le famose compresse di camomilla sugli occhi!).
 Ma sono sicura che sugli usi della camomilla siete più ferrati di me! Anzi, lasciatemi commenti a proposito, così ne imparo altri!